Avevo ragione! NO alle armi

La procura di Arezzo ha depositato stamani la richiesta di archiviazione per Fredy Pacini, il gommista di 57 anni di Monte San Savino in Arezzo che il 28 novembre 2018 sparò alcuni colpi uccidendo Mircea Vitalie, 29 anni, moldavo, che assieme ad un complice aveva fatto irruzione nella sua rivendita di gomme e biciclette per rubare. Il pubblico ministero Andrea Claudiani ha firmato la richiesta di archiviazione per legittima difesa putativa.

Fredy Pacini aveva raccontato di aver subìto decine di furti, l'ultimo nel 2014 lo aveva convinto a costruirsi una stanza e a vivere dentro la sua azienda per difenderla dalle incursioni notturne dei ladri. Quella notte Mircea Vitalie spaccò il vetro di una finestra con un piccone e con una pila entrò nel capannone; il gommista che era sul soppalco, si svegliò di soprassalto, prese la pistola (regolarmente detenuta) e sparò cinque colpi in basso. Due raggiunsero Vitalie uccidendolo. Ora il Pm chiede l'archiviazione del caso per legittima difesa putativa.

"Non è ancora finita, siamo a un pezzo della strada" dice con la voce emozionata Pacini dalla sua officina accanto al suo avvocato Alessandra Cheli che lo ha seguito in questi mesi. "Da quando è successa quella rapina - riprende il gommista ricordando la notte del novembre scorso - non dormo più nel capannone, non ce la potrei fare con tutto quello che è accaduto. Adesso dormo nella mia casa con mia moglie".

Se potesse tornare indietro riprenderebbe ancora la pistola? "No, non riprenderei in mano una pistola anzi, se dovessi dare un consiglio dopo la mia esperienza, direi a tutti di non prendere le armi perché è un vivere nel terrore".

E con questa dichiarazione si chiude anche quella assurda discussione in sacrestia nella quale venni accusato di fare politica in chiesa perché alle solite generiche preghiere dei fedeli lette dal foglietto, ne aggiunsi una a braccio: "preghiamo per quel ragazzo ucciso mentre tentava di rubare nella rivendita di gomme, per la sua mamma, per i suoi fratelli per tutto questo terribile dolore. Preghiamo anche per quel gommista che ora comincia la parte più difficile della sua vita: continuare a vivere sapendo di aver ucciso".

Fu proprio questa preghiera che scatenò le ire di un "fedele" - membro della Azione Cattolica parrocchiale - che mettendomi le mani addosso in sacrestia mi intimò di non permettermi mai più di "fare politica in chiesa". Ma così è: noi discepoli di Cristo preghiamo per tutti, per i vincitori e per i vinti, per le vittime e per i carnefici; questo significa intercedere! Letteralmente camminare in mezzo.

La dichiarazione del sig. Pacini mi solleva tanto. Sono certo che la nostra preghiera per lui è servita. Ora non resta che convertire quelli che vengono in chiesa.

 

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dsb