Davanti a questa pagina di Matteo (5,38-48) che sviluppa in modo così ampio questo concetto di misericordia tra gli uomini, c'è da chiedersi come sia stato possibile che in duemila anni di storia della Chiesa si sia sviluppata l'idea di un Dio che punisce il male con la violenza della vendetta.
Gesù a noi che siamo cattivi, che siamo rancorosi, che non siamo capaci di perdonare, chiede di essere perfetti come è perfetto il Padre che è nei cieli.
Quindi la perfezione nostra è quella del Padre, ed è quella del dare a chi chiede e dare di più in abbondanza. La perfezione del Padre è quella di amare i nemici, di amare coloro che non ci amano.
E allora com'è possibile pensare che, mentre il Padre che è perfetto chieda a noi che siamo così incapaci di amare i nostri nemici, lui i suoi nemici li frigga all'inferno?
C'è davvero da chiedersi come sia stato possibile appiccicare a un Padre così misericordioso l'idea di un Dio punitore, di un Dio retributivo che premia i bravi – quelli che se lo meritano - e punisce quelli che non si meritano niente.
Domandiamoci allora quale immagine di Dio abbiamo nel cuore e se forse nella nostra vita siamo così incapaci ad amare proprio perché abbiamo in cuore un Dio sbagliato.
Siamo forse figli di un Dio che non è il Padre di Gesù Cristo? Siamo schiavi di un idolo di cui abbiamo paura e che dobbiamo temere? E tutto questo rancore che portiamo nel cuore verso un Dio di cui abbiamo paura lo riversiamo sui nostri fratelli?
Questa è l’immagine di Dio che c'è in noi?
La conversione è cambiare l’immagine di Dio che è in noi.
La risurrezione da vivere a Pasqua è uscire dalla tomba della colpa da espiare per farsi amare da Dio ed entrare nella luce dell'essere amati e perdonati gratuitamente.
Il resto è fuffa religiosa buona solo a soggiogare menti deboli.
2024 02 29