«Stati Uniti. Aborto, i roghi in chiesa fanno paura all’America. Crescono dopo la sentenza della Corte Suprema gli episodi di intolleranza, con gli incendi e le profanazioni di luoghi di culto da parte degli estremisti pro-choice»

Così titola e sottotitola il quotidiano Avvenire del 2 luglio 2022

Cosa sta succedendo

Dopo il cambio di passo che la giurisdizione sovrastatale statunitense impone all'intera nazione abrogando una scelta democraticamente già decisa di fatto negli anni, non è più possibile dichiarare legittima l'interruzione della gravidanza lasciando ai singoli stati di autodefinire norme e regolamenti.

Al di là (ma solo per il momento) dei risvolti etici che questa virata impone a 330.000.000 di persone, il fronte cattolico canta vittoria e balla sul cadavere del nemico nella sua guerra santa come se si fosse presa la rivincita di tante battaglie (tutte perse!) nella maggior parte dei paesi del mondo. Una sorta di tifo da stadio nel derby del secolo, senza una presa in carico seria delle problematiche sottese ad una materia così complessa come quella dell'aborto quale diritto di autodeterminazione del soggetto gestante. Ma è anche peggio: si palesano, agli occhi di tutti, i giochi di potere di un cattolicesimo di estrema destra che cerca di riconquistare terreno su un presunto cattolicesimo progressista tanto vituperato e odiato. E lo fa su una materia, la vita indifesa, che non dovrebbe essere un campo di battaglia ideologico, né di potere, ma che dovrebbe essere il terreno di incontro della ragione umana a partire dalla custodia della fragilità umana in quanto tale. Ma la fragilità non è cosa contemplata da certe teologie vetero cattoliche.

Il cattolicesimo come ideologia

Nella loro ideologia si rifanno a teologie aristoteliche ben conformi ai costrutti di legittimazione del potere temporale sociale e religioso. Il loro "motore immobile" non ama che se stesso perché non si può amare se non ciò che è più perfetto di sé. Quindi il loro Dio non ama nessuno tranne che se stesso. È lo stesso che schianta il proprio figlio per salvare l'umanità col senso di colpa, con la dottrina della soddisfazione e della retribuzione. Un Dio così carnefice che mentre chiede a noi di amare i nostri nemici, lui i suoi li fa friggere all'inferno e anche con un certo perverso compiacimento. Così costoro si autorizzano ad odiare genìe intere di ribelli a Dio; giustificati dal loro stesso Dio punitore che seppellisce Sodoma e Gomorra sotto fuoco e zolfo senza provare pietà, nel calderone bollente ci mettono con devozione tutti gli omicidi, gli uxoricidi, le madri abortiste, gli omosessuali, tutti gli LGBTQ+ e chi più ne ha più ne metta. Loro però certe umanità non le toccano nemmeno con un dito, loro non si sporcano, non si abbassano. Altro che lavare i piedi a Giuda!

Cosa succede e cosa succederà

Gli statunitensi più rabbiosi del “pro-choice” aizzano la rivolta violenta di una nazione che non ha i secoli e i millenni del diritto romano o della filosofia greca, che ama il wrestling e le armi, che da sempre fa valere le ragioni con le pallottole, quelli con una media di 3 armi pro-capite, questi che si sentono improvvisamente defraudati di un diritto accusano i cattolici, peraltro anch'essi spesso violenti con parole e fatti, immersi negli intrighi di potere, e i più fanatici tra loro, anziché elevare il pensiero per un agire politico, bruciano le chiese.

Come reagiscono questi cattolici? Rivendicando il diritto di essere cattolici, esigendo la sicurezza dei loro luoghi di culto e pretendendo il diritto al libero pensiero; quello stesso che negano agli altri. Ma quel che è più preoccupante è che in tempi di persecuzione – perché di questo già parlano da tempo – essi si sentono i veri martiri oppressi dai mostri persecutori: angeli del demonio contro gli angeli di Dio. Ma anche di più: poiché loro sono gli unici cattolici perseguitati, dichiarano con forza che la loro battaglia è buona e resa giusta proprio dalla perversa cattiveria di chi non si adegua al loro pensiero che deve dettare le leggi della convivenza civile. Così si ergono a veri e unici testimoni del Vangelo di Cristo contro i demoni di Satana.

È la tempesta perfetta

Ci sono riusciti! E l'hanno scatenata con il grimaldello più innocente possibile: la vita indifesa nel grembo materno. Ora nel ruolo delle povere vittime non ci sono più i feti buttati nel gabinetto, ma loro: i veri paladini della verità di Dio. In testa hanno testate giornalistiche, convinti laici pronti al massacro, preti predicatori della fine del mondo e dell’ira di Dio, vescovi farneticanti ovviamente in aperta ostilità con il Papa sudamericano “adoratore di Pachamama”, figli degeneri di una chiesa che ha rifiutato il più grande Concilio ecumenico della storia dell’umanità. Riesumati "sanfedisti" che si autodefiniscono "lealisti" della tradita unica e vera tradizione cattolica.

Ci domandiamo: come difendere la vita nel grembo se non difendendo la madre? Come salvare quel figlio, se non sostenendo anche in termini concreti e pratici quelle famiglie? Come riproporre la vita, se non rincorrendo quei maschietti in fuga dalle loro responsabilità? Come insegnare l’amore per la vita se non ci si spende nelle scuole e nella società con amore e non con le ideologie?

Ma loro non amano la difesa della vita: loro amano il conflitto senza il quale non hanno spazi di visibilità, non possono imporre le loro idee, loro vogliono vincere contrabbandando un Cristo che non è quello del Vangelo, quello che per vincere è morto senza odiare. Hanno bisogno di avere un nemico da schiacciare per sentirsi dalla parte giusta dell’Armageddon.

Chi ama il Vangelo di Gesù e vive nella città degli uomini deve odiarla la città! Gesù stesso nella sua vicenda umana è una aperta e violenta critica alla città dell’uomo. Ma proprio lui ci indica come noi possiamo vivere sconfiggendo le logiche della città dell’uomo: amando gli uomini proprio al modo di Cristo. Sta a noi vivere criticando la città, facendo battaglie contro i suoi costrutti di potere, frapponendoci tra le classi sociali in lotta, combattendo le sperequazioni vergognose, denunciando i soprusi predatòri della Terra, non soggiacendo agli abusi della finanza mondiale. Come? Dando la nostra vita per gli uomini.

L’imitazione di Cristo

Dobbiamo amare la libertà dell’uomo così come la ama il Dio di Gesù Cristo che piuttosto che punire la mano dell'omicida, si fa ammazzare. Lui, piuttosto che condannare, si lascia giudicare e buttare fuori. Ma queste frange armate del peggior cattolicesimo di sempre non sanno nemmeno dove stia di casa il Dio di Gesù Cristo. Lo cercano nelle perfette liturgie dei templi, anziché per le strade del Bronx. Pensano di trovarlo nel cumulo di rubriche, canoni e precetti di una religione della casta, anziché nelle profondità risvegliate dell’animo umano. Preferiscono le scomuniche per eresia elargite con veemenza, accecati dalla “paura del diverso e del contrario, di chi lotta per cambiare; dalla paura delle idee di gente libera, che soffre, sbaglia e spera. Nazione di bigotti” saprofagi delle vite e delle libertà altrui. Proni al potere credono di poter soggiogare il mondo stando con il politico vincente del momento. Si dichiarano nemici del male e invece gli sono inginocchiati davanti credendo di ottenere tutti i regni della Terra.

La libertà del fratello non va limitata o repressa, va educata e per educare bisogna spendersi per l'altro. La vita è davvero sacra solo quando qualcuno si prende cura della vita dell'altro dando la vita: accompagnando, ascoltando, scontando finanche il peccato dell'altro, finendo in croce accanto a lui.

Ma per questo non basta essere cattolici, bisogna essere cristiani.

#parolebuone 3 luglio 2022