S. Tommaso Apostolo
Festa

Mercoledì della settimana della III Domenica dopo Pentecoste

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 20, 24-29
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
      Parola del Signore.

Sia lodato Gesù Cristo.
Pericope evangelica importantissima questa nella dinamica del comprendere, nell'esercizio del comprendere tutto ciò che è la fede in Cristo, la fede Cristiana; perché troppo spesso potremmo essere portati a pensare che la fede in Cristo sia un cumulo di cose da credere.
La fede in Cristo è il rapporto personale con il corpo di Cristo ferito e vivente: questo corpo di Gesù che medicalmente, strutturalmente non potrebbe vivere eppure vive! Un corpo morto eppure vivente.
Ci arriva soprattutto dagli anni dell'infanzia l'idea che la risurrezione sia Gesù “aggiustato”: prima “si è rotto” e dopo la risurrezione “è aggiustato”. Questo è proprio sbagliato!
Gesù risorto è esattamente il Gesù ferito e morto, non è altro. Questo spalanca a noi una dimensione esistenziale: quella carità che l'uomo credente pone nei confronti delle ferite dell'umanità - qualunque esse siano - vede in essa la vita e non la morte.
Ecco dove si sviluppa la speranza e la fede: partendo dalla carità!
Non esiste una chiesa di Gesù Cristo che contempli il cielo, o delle idee. La Chiesa di Gesù Cristo è solo accanto al corpo ferito, al corpo incontrato come dilaniato dalla morte, proprio quello che tutti gli altri considererebbero come la fine di tutto.
E’ bellissimo questo incontro tra l'apostolo Tommaso e Gesù. Ci propone la profondità di una ricerca. Evidentemente Tommaso intuisce questo scarto, questo salto. Se avete visto Gesù Risorto ma questi non porta i segni della sofferenza, io non credo; perché non si giustificherebbe il significato della sofferenza. Nella vita dell'uomo sembrerebbe un accidente, la sofferenza e la morte come eventi che addirittura sminuirebbero l'uomo, che lo porrebbero nel non-essere.
Tommaso intuisce tutto questo; ecco perché mettere il dito, ecco perché mettere la mano nel costato. Questa è l'unica strada per poter incontrare la vita laddove è la morte, il significato della sofferenza dove sembra che tutto venga decostruito.
Certo è un cammino non semplice: bisogna stare davanti a pagine come questo, ma soprattutto bisogna stare là dove l'umanità è ferita e comprendere che c'è molta più vita di quello che pensiamo.
Sia lodato Gesù Cristo

Omelia 2019.07.03 06:50download file   (click destro, salva)